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«Coloro i quali, come chi scrive, hanno conosciuto la produzione letteraria di Mario Ravel sin dalla sua prima "fatica", possono con giusta ragione sostenere che quest'autore (che fa parte della sempre più numerosa scuola" di autori con "la mano sinistra") con quest'opera mostra di aver raggiunto una fase di piena maturazione narrativa, portando a compimento quella che può essere considerata quasi una trilogia, dopo appunto la pubblicazione di Ricki Riccardo e dell'Ambasciatore... Nel solco delle precedenti pubblicazioni, l'Autore ha inteso perseguire due tra le operazioni essenziali che compie l'intelletto umano: il ricordare e lo scrivere, avvicinandole fino a fonderle, trovandone una perfetta sintesi estetica e contenutistica. Il romanzo è un vero e proprio viaggio nel ricordo di ciò che è stato e di ciò che poteva e doveva essere, di quanto - a dir lo vero, poco - il protagonista è riuscito in modo sereno a vivere dei rapporti con gli altri, in particolare con sua moglie e suo figlio».